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Il centro italiano

Il centro Italo-Russo per le ricerche su mass-media, cultura e comunicazione

C'era una volta la Sicilia dei don / La mafia. Dmitrij Lysenkov

«Ehi, mi scusi, signor, ha qualcosa che rappresenti…. eeehm.. sì, via, la mafia italiana» chiede avidamente il mio maldestro compagno al venditore della bancarella dei souvenir.

«In Italia la mafia non c'è, la mafia c'è solo in Sicilia» gli risponde il venditore a sangue freddo, e a me sembra che adesso gli sia venuta una gran voglia di tirare fuori il suo fucile Thompson e riempire di piombo quel russo inopportuno.

È certo che, per la maggior parte della gente, parlare di Sicilia significa pensare alla mafia, cosa che non piace per niente agli abitanti del luogo - il che è comprensibile. La Sicilia è forse l'unico posto ad essere il cuore di almeno quattro culture. Sull'isola, a suo tempo, passarono sia gli arabi, che i greci, che i romani e in qualche modo vi capitarono anche i crociati. Ogni popolo, com'è ovvio, cercò di lasciare la sua impronta più degli altri, ed è per questo che adesso nella stessa città capita di vedere, ad esempio, costruzioni di popoli e culture completamente differenti.

Non bisogna dimenticare che la Sicilia è bella da morire. I crinali scendono dolcemente fino ad un mare trasparente, mentre all'ombra degli alberi d'arancio si nascondono piccoli borghi dalle stradine strette.

Nel tempo libero sull'isola non solo si può fare il bagno in mare e abbronzarsi, ma anche semplicemente passeggiare per la città, bere un caffè espresso in un bar, oppure fare una capatina in un museo che ricorda da lontano l'etnografia regionale.

Se avete voglia di fare un salto nella parte continentale dell' Italia, non dovete farvi problemi anche se non avete soldi! Basta rovistarsi un po' per le tasche e scovare un qualsiasi Euro arrugginito. Vi basterà per sedervi su un traghetto gigante e raggiungere la Calabria in quindici minuti. A proposito, al tempo del governo Berlusconi per poco non fu approvato il progetto per la costruzione di un ponte sullo stretto di Messina, che avrebbe dovuto collegare l'isola al continente, ma si mise di mezzo la mafia dei traghetti e il progetto venne presto dimenticato.

Pensate che in Sicilia si possano soddisfare solo bisogni edonistici? Vi sbagliate. Potete anche aprirvi la mente e sviluppare le vostre capacità intellettive. Per esempio, nella città di Messina, che si trova nella parte occidentale dell'isola. Là c'è un'università come si deve. È luogo d'incontro di professori provenienti da tutto il mondo: dal Messico, dall'Egitto e, ovviamente, anche dall'America– e dove si va senza l'America. Inoltre è usuale, dopo le lezioni, fare quattro passi in tranquillità nella parte antica della città fino alla spiaggia, per poi sedersi in un bar sul lungomare, a bere un mojito guardando le onde. Vi piacerebbe? Allora andate dritti dritti in Sicilia, e toglietevi dalla testa che se guardate troppo a lungo una siciliana del sud poi i suoi genitori mafiosi vi costringeranno a sposarla ... Anche se in ogni caso è meglio che non la guardiate … Peraltro in Italia, come in molti altri paesi europei, è diffusa la pratica degli scambi studenteschi tra commercianti di schi..scusate, tra università. Perciò qualsiasi studente che abbia una qualche conoscenza della lingua del paese in cui va viene accolto molto bene. Prima di partire, supponiamo, proprio per la Sicilia, avrete di sicuro un bel da fare nella vostra università di provenienza. Riempire i vari moduli, richiedere l'invito, sbrigare le procedure tramite l'ambasciata... tutto questo, certamente, è una scocciatura, ma i risultati dei vostri sforzi saranno indimenticabili. Su questo non c'è alcun dubbio.

La Mafia

Esistono versioni differenti sull'origine della parola romantica “mafia” . Secondo la prima, sarebbe l'abbreviazione di uno slogan di ribellione del 1282 : “Morte Alla Francia! Italia Anela!”. Secondo una seconda, la parola “mafia” sarebbe un retaggio dei tempi della dominazione araba in Sicilia e costituirebbe un concetto della legge araba, che vorrebbe la difesa delle persone del popolo dai poteri illeciti. La mafia è un concetto esclusivamente siciliano. Nelle altre regioni d'Italia le organizzazioni analoghe avevano e hanno altri nomi (“ 'Ndrangheta ” in Calabria, “ Sacra Corona Unita “ in Puglia, “ Camorra “ a Napoli).

La mafia comparve all'incirca nel nono-decimo secolo come milizia volontaria che si era posta lo scopo di proteggere i pescatori siciliani dai pirati arabi. Però col tempo la mafia si rese conto che poteva guadagnare enormemente di più con i ricatti e le estorsioni. Bisogna riconoscere alla mafia che quanto a rubare, rubava, ma sorvegliava anche per mantenere l'ordine generale, quando chi avrebbe avuto il dovere di farlo a quel tempo si occupava d'altro. Per questo il popolo semplice guardava alla alla mafia con paura e rispetto.

I veri e propri clan mafiosi si formarono in Sicilia nel sedicesimo secolo, quando l'isola fu presa dagli spagnoli. Allora vennero formate società e organizzazioni segrete.

Lentamente, ma in modo costante, la mafia conquistava giri d'affari e dalle campagne, dove era nata, si spostò nelle città, infilando le mani nelle sfere di potere e nella politica. La mafia divenne un'organizzazione con una struttura seria, composta da clan: i rappresentanti di questi clan formavano quello che si può chiamare il Consiglio dei Congiunti. La mafia era capeggiata dal Consiglio Superiore e dal suo capo. La gerarchia mafiosa si presentava così: Boss- il capo del clan; Consigliere- il consigliere più vicino al boss; Caporegime- capo di una cellula separata; Regime- cellula della mafia. Un elemento molto importante della mafia è quella che viene detta “Omertà” che si può spiegare con il termine “garanzia circolare” ), il codice d'onore della mafia, secondo il quale i membri della mafia anche sotto minaccia di condanna a morte non devono tradire i “loro”.

Conoscete il detto “la famiglia prima di tutto” ? Ecco, proprio per via di questo principio la mafia per molto tempo è rimasta immortale a tutti gli effetti. Tutto ciò deriva dal fatto che i clan talvolta erano costituiti solo da membri provenienti da una grande famiglia siciliana. Come può una madre deporre contro il proprio figlio, e, supponiamo, un fratello contro il fratello? E così è da secoli che di colpevoli non ce ne sono.

Lucky Luciano, Vito Genovese, Paul Castellano, Salvatore Maranzano, Giuseppe Masseria, Jo Bonanno, Frank Ajello, Al Capone, Mejer Lanschi, Carlo Gambino, Vincent Gigante: è una lista incompleta di mafiosi italiani famosissimi, le cui biografie sono state inserite come tema delle sceneggiature di film come “il padrino”, “la piovra”, “gli intoccabili” e altri.

Dalla metà del ventesimo secolo la legislazione italiana si è interessata seriamente alla lotta contro la mafia. È nata un'unità speciale, l' “antimafia”. Adesso l'immagine della mafia viene persino usata per la pubblicità. Suscita interesse nelle persone semplici ed è circondata da un alone di mistero e romanticismo. Tuttavia ai siciliani non piace quando la mafia è chiamata in causa come principale attrazione dell'isola.

Dopotutto, ce ne sono di cose da guardare in Sicilia senza bisogno di alcun don Corleone.